Il sogno di Satoshi è ancora vivo?
Questo articolo esplora un paradosso sempre più evidente: Bitcoin, un tempo baluardo della decentralizzazione, è oggi al centro delle strategie geopolitiche e finanziarie di governi, fondi d’investimento e attori istituzionali.

Disclaimer
Questi non vogliono essere consigli finanziari o di investimento, pertanto qualsiasi decisione che prendi sul tuo capitale è tua piena responsabilità. Noi riportiamo solo la nostra visione razionale del mercato.
Bitcoin doveva essere il simbolo della ribellione.
Nato da una crisi economica, si è imposto come alternativa radicale al potere delle banche centrali e degli Stati.
La sua ideologia fondativa si basava su principi di autonomia, decentralizzazione e indipendenza dalle istituzioni finanziarie tradizionali, le stesse che, agli occhi di molti, avevano causato la crisi.

In quel contesto, Bitcoin si presentava come un’alternativa audace: una moneta non soggetta all'influenza dei governi o delle banche centrali, ma regolata da un sistema peer-to-peer, immutabile e resistente alla censura.
Con l'espansione delle criptovalute e la crescente attenzione degli investitori istituzionali, Bitcoin ha acquisito un nuovo ruolo.
Da strumento di resistenza, si è trasformato gradualmente in una risorsa sfruttabile dai soggetti che in origine avrebbe dovuto sfidare.
In questo scenario, sorge una domanda fondamentale: cosa succede quando l'anti-sistema diventa parte integrante del sistema stesso?
Questo articolo esplora un paradosso sempre più evidente: Bitcoin, un tempo baluardo della decentralizzazione, è oggi al centro delle strategie geopolitiche e finanziarie di governi, fondi d’investimento e attori istituzionali.
Attraverso il caso di Tether, il ruolo dei Treasury USA, l’adozione da parte di figure insospettabili e l’analisi delle dinamiche di potere che si celano dietro le apparenze, scopriremo come la rivoluzione sia stata assorbita.. e perché, forse, serve tornare a parlare di alternative. Buon lettura!